Armonia delle sfere
Shakespeare
il canto delle Stelle nel loro Moto Orbitale
Come s'adagia soffice la luna
col suo riflesso sopra questo poggio.
Noi ci sediamo qui,
e lasciamo che l'armonia dei suoni
s'insinui dolce dentro i nostri orecchi.
La notte con la sua morbida quiete
s'addice ad una dolce melodia.
Vieni, Gessica, siedi,
guarda l'immensa distesa del cielo
come scintilla di patène d'oro:non c'è una stella, per quanto minuscola,
che non canti con una voce d'angelo
nel suo moto orbitale, e non s'unisca
sempre cantando in coro ai cherubini
dagli occhi giovani.([121]) E questa musica
sta pur nella nostra anima immortale,
anche se noi non possiamo sentirla,
finché resta racchiusa in questo involucro
nostro d'argilla, rozzo e corruttibile.
Shakespeare, Il Mercante di Venezia, Atto V - Scena I - Belmonte, il giardino della casa di Porzia. Notte.
Nessun commento:
Posta un commento